Sunday, January 08, 2012

Io ho pensato a quando avevo 12 o 13 anni





Quando ti ho visto, le gambe mezze sotterrate nella sabbia, senza scarpe, tuo marito o i tuoi compagni avevano pensato che gli potevano servire, che la via era lunga, noi eravamo in viaggio già da due giorni e avevamo la macchina, a differenza vostra, il sole che picchiava amabilmente, senza pietà, senza tetto, quando il mio compagno di viaggio si è inginocchiato e ha pianto per te con debolezza, con suscettibilità femminea, quando quel dente da latte che ancora aveva, che mi aveva mostrato quel pomeriggio che gli ballava e non cadeva, che se lo teneva stretto fino alla fine dei giorni, quando quel dente da latte sembrava che tremasse invece che ballare, e il suo volto mai pacificato con il passato, mai pacificato con il suo corpo, con quel seno sempre ancora da venire, quando gli altri risero di lui e inorridirono per te, quando il bambino faceva domande ai genitori sulla vita e sulla morte e loro non avevano il coraggio di rispondere, quando le nostre guide ti coprirono e ti resero grazia senza preghiere di benedizione, quando l’aria calda ti seccava la pelle e tu lo non sapevi perché più non ne soffrivi, quando tutto questo accadeva simultaneamente ai miei occhi,

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