Wednesday, October 21, 2009

la recidiva

immaginati quel momento, tra vent'anni. busserai a casa mia con una scampanellata puerile. ti presenterai puntualmente a quell'ora che secondo te è l'ora di merenda. stavolta non sveglierai mia madre. sarai tu che mi ricorderai la tua figura ignobile, e sarà il tuo volto che mi ricorderà il passaggio del tempo. i tuoi occhi mi ricorderanno i miei. li uso per guardare e li guardo raramente. quel giorno sarà una giornata qualunque. io abiterò in uno stabile a più piani di cui alcuni disabitati, in una zona a metà tra il centro e la periferia, in una città di media grandezza. mi ricorderai quella provincia che non ha niente, la tua, dove ha sempre fatto troppo caldo per pensare e mancava pure il mare. irromperai nella mia vita consumata e mi ricorderai il disagio della prima volta che mi hai costretto a sopravvivere alla gelosia d'estate.
quel giorno in cui verrai non ci sarà niente a consolarmi di aver perduto la gioventù e la grazia. arriverai come eri solito fare e proverai a consolarmi con le tue pessime idee. metterai un disco dei nostri. per allora, avrò finalmente dimenticato le mie canzoni preferite. non avrò il coraggio di dirtelo. la musica suonerà in sottofondo mentre noi ci guarderemo da un capo all'altro del tavolo come due intenditori improvvisati. più improvvisato io. per salvarti la vista dal cemento pianterò il tuo sguardo nel mio, ti impedirò di guardare oltre i vetri.
a sera, ti cimenterai con parole complicate, in un buio spoglio di argomenti, sulla via del ritorno. io non ti avrò invitato per cena.



Wednesday, October 07, 2009

settembre speso ad aspettarti

Prestami il tuo volto da puttana, il volto da puttana che presti di solito tu. Prestami quel volto che conosce tutte le smorfie. Prestami le tue gambe. Prestami gli spasmi di tutte le gambe. Prestami l'occhio vinto con cui hai vinto, e le anime che t'hanno comprato quel successo insperato. Voglio il tuo sole spento, tutto il tuo sgomento, i fantasmi del tuo letto soffocato e i flutti vorticosi del tuo cesso. Prestami il tuo sputo, tutto ciò che hai avuto. Prestami il tuo volto da puttana, la tua fronte scissa senza colpo ferito, ogni tua carità cristiana, la tua voglia di svanire sempre e adesso, e il resto, tutto. Dammi quel viso che ti hanno deriso, nelle fiamme d'inverno, tra le fronde e le doglie, quel tuo sangue scolato per il paradiso.