Wednesday, November 29, 2006

2?

Una telefonata giunge di colpo.
K.S. intingeva un biscotto nella grande tazza nera.
La tazza disegnava dei cerchi sul tovagliolo di carta.
Il caffé disegnava il fondo della tazza sul tovagliolo.
I fondi di caffé giacevano nel cassetto lustro della macchina per l’espresso.
ESPRREESSOOO.
La bevanda non si scolava mai del tutto.
Sul fondo della tazza rimanevano sempre due gocce girate nelle opposte direzioni.
Giravano in tondo.
A disegnarne il cerchio.
Giro, giro-tondo.
Dove non arrivava il liquido e finiva il mondo, portavano a termine il compito pochi granelli neri.
Ponti di sabbia, ponti di fango.
Giungeva uno scroscio, di quando in quando.
Il fondo del caffé infangava il fondo della tazza.
Una telefonata giunge di colpo.

K.S. esita un attimo.
Aggredita dall’altra parte del filo.
-Ancora non lo so
Ti ho detto che ce l’ho.
Ti ho detto che avrei preso io l’iniziativa.
Su questo mi pareva di essere stata chiara.

Annuisce adesso.
Non emette suono però.
Chissà se quello capisce lo stesso.
Sussulta.
In fondo è in difetto, si sa.
O in ritardo.
In ritardo, sicuramente.
Bisognava aver già sferrato il colpo.
Da tempo.
Sa rispondere.
No.
Sì, sa rispondere.
No.
Cioè,
non sa se sarà compresa.
Intanto che il peso cresce.
L’odore dei soldi si allontana.
Soldi e vendetta non sono la stessa cosa.
Coi soldi si scende ancora un po’ più in giù.
Giù, più giù.
Nel fondo nero nero.
Giù sul fondo del caffè.
Alla fossa delle Marianne, a picco laggiù.
(Am Mariannengraben).
Vendicarsi invece è come mangiare.
Si mangia tutti i giorni.
Per questo lei non ha fretta.
La voce la incalza.
-Allora?
Allora…
allora non so… è che…
Non so.

Non so chi colpire.
Perciò non posso agire
.











Monday, November 20, 2006


mourning becomes Electra

Sunday, November 19, 2006


il lutto si addice ad elettra

Friday, November 17, 2006

Monday, November 13, 2006

Tuesday, November 07, 2006

Thursday, November 02, 2006