Monday, November 29, 2010

Maiale, Majakowskij, Malfatto*






*...gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro...

Friday, November 05, 2010

caro blog

mi ero dimenticata di te. sei molto taciturno ultimamente. ammetti le tue colpe. sei stato troppo in disparte. io sono assenteista, è vero. però tu non hai fatto nulla per ricordarmi della tua presenza. un trillo, un'email di notifica, che ne so. sì, non ti ho mai dato un recapito. lo so. il fatto è che io non ho mai dato un recapito neanche a facebook, per dire. e quelli invece mi contattano sempre. tu lo conosci facebook? è uno molto insistente, te lo dico. forse non andreste molto d'accordo. siete come agli antipodi. io ho cercato di non parlargli mai di te e spero non ti abbia scovato. finché non ti scova tu non esisti, e sarà meglio per te. tacere fino a quel giorno che non ti scopre e non ti ingoia, fino a quel giorno. quel mark zuckerberg con la pancia di balena e 500 milioni di giona tra cui anch'io, scollegata seriale assediata dai fantasmi del passato. stasera ho pensato di fargli un dispetto, sai. e di scrivere a te. e di far sapere i miei gusti musicali solo a te, che ascolti in silenzio. che i tuoi commenti innocenti te li tieni per te. ho deciso di far ascoltare a te una delle canzoni più sputtanate dello scorso millennio. venduta a tutti gli slogan del mondo e a tutte le pubblicità. dedicata e scavalcata senza espressa richiesta. nonostante questo non  asfaltata. secondo me. si trovava in una compilation che mi aveva dato mio padre. lui non sapeva chi avesse fatto la compilation. aveva trovato la cassetta in una casa in campagna e l'aveva presa. poi me l'aveva data perché quel giorno compivo 10 anni e qualcuno, non lui, aveva pensato bene di regalarmi un walkman ma io non sapevo che farci perché non avevo niente da ascoltare e non sapevo per la verità cosa ascoltare, a 10 anni.  a 10 anni cristina d'avena era già tramontata e take that e east 17 non erano ancora sorti. che parentesi felice, che era. io ero contenta del walkman perché mi sembrava fico camminare con le cuffie, a 10 anni. le cuffie nere col cerchietto metallico da calcare in testa, non gli auricolari, che non esistevano, o che comunque non li avrei presi in considerazione perché secondo me c'era proprio un vantaggio estetico nella cuffia molto visibile all'esterno. e insomma una delle canzoni della compilation ora la posto ma prima ti volevo ringraziare perché tu metti a disposizione illimitati caratteri per presentare le cose e non mi costringi a contare le parole. anche quelle che non sono essenziali come queste. le tolleri. in questo sei più essenziale, anche se non sei "l'essenziale". anzi. non ne possiamo più di queste anime appese ai fili della rete. sono certa che non ne puoi più nemmeno tu. e che ci piace ignorare chi sia quel "Bolo" che aveva fatto la compilation, che cosa altro abbia fatto nella vita oltre a scrivere il suo nome sull'etichetta della cassetta. non lo cercheremo su google. e se lo cercassimo non ci sarebbe. per fortuna sua. aveva capito in tempi non sospetti che bisogna chiudere le persiane, ogni tanto. e lasciare agli altri la libertà di non guardare. io pensando  a lui senza poterlo veramente pensare, in assenza di riferimenti che mi permettano di pensare ad alcunché o a chicchessia, mi ricorderò sempre del bolo alimentare, una cosa che mi facevano studiare in quegli anni alle elementari. penserò alla madre di una mia compagna dell'epoca che ogni volta che mi invitavano a pranzo mi ripeteva un proverbio in latino che significava che la prima digestione avviene in bocca. forse io masticavo troppo con la bocca aperta e non ero tanto educata, chissà.  col Bolo tra le fauci e nelle orecchie, dimentica di tutto,  come chi scopre per la prima volta questa roba qua, uno schiaffo alle modelle affamate sul lato selvaggio della strada, la tua macchina metaboloca va più forte