Monday, October 30, 2006

1?

Era una sera di gennaio quando, K.S., rincasando a piccoli passi sonori sul viale innevato, si accorse di aver stizzato la sua sottile sigaretta bianca sul visoncino appena sfoggiato al Dinner; autore del piccolo delitto era stato forse il gelido vento che avvolge Berlino nelle notti d’inverno, e dirige a suo piacimento tutto ciò che si muove randagio nell’aria. Un vago odore di pollo bruciato le era salito alle narici –inavvertito, inizialmente- così che trovandosi costretta a interrogarsi sulla natura di tale sollecitazione olfattiva, era giunta a trovare risposta in un piccolo punto prematuramente malmesso della sua coltre, che preludeva a uno strappo a cui nemmeno la sua sarta personale, trattandosi di una pelliccia, avrebbe potuto porre rimedio. Una vergogna, pensò tra sé e sé, mentre la mano stringeva nella tasca l’adorato metallo, dopo un attimo di esitazione in cui le sue dita avevano vagato tra le pareti di stoffa, incerte se il piccolo danno al tessuto esterno avesse potuto procurarne la perdita. E invece esso era lì, freddo, tagliente come un cristallo, e tuttavia non si sottraeva al tatto. Tirò un sospiro di sollievo. Il gioiello è con me. Il gioiello è mio.

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