Saturday, May 22, 2010

Il senso del calcio nella vita dischiuso dopo l'ultima giornata di campionato, ma più che altro dopo il sogno di una notte piovosa di maggio

Più che dall'ultima giornata di campionato, o dall'esito della finale di Champions di oggi, mi sono accorta che il senso del calcio si capisce meglio attraverso una storiellina che mi sono sognata l'altra notte.
Ero nel giardino di casa della sorella di mia nonna (che non è però un'ultrà scatenata anche lei)e in piedi lì in mezzo c'era nientepopodimeno che un noto cineasta da me spudoratamente idolatrato (nonostante tenti di dissimulare questa cosa qua, c'è poco da fare, la comparsata onirica è proprio il penultimo gradino sulla via del fanatismo, prima di fargli le poste sotto casa). Il noto cineasta aveva un bambino di 5-6 anni col quale io giocavo allegramente sul pratino. Quando riuscivo finalmente a intercettare il Maestro, lo inondavo di pallosissimi complimenti sul suo ultimo film che stuzzicavano il suo snobismo non poco. Diceva che non gli faceva piacere avere tutti questi fan. Cercavo di rimediare parlandogli del suo nuovo libro in modo meno elogiativo, ma niente. Invece il bambino mi aveva preso in gran simpatia e chiedeva al padre, come all'uscita da scuola, se io non potessi andare a dormire da loro quella sera, per continuare a giocare a pallone insieme tutto il tempo. Io, per scherzo e in virtù dell'eventuale simpatia suscitata dallo scherzo, per convincere il grande cineasta ad accogliermi in casa sua, dicevo che avrei vinto tutte le partite. Ma il grande cineasta scuoteva il capo, riponendo tacitamente in quel gesto, tutte le speranze che un buon padre può nutrire nei confronti del proprio figlio. Capendo il diniego, ribattevo qualcosa come: -Certo che sono più forte io, mi sono allenata almeno vent'anni in più!-. Lui però non coglieva la mia ironia, macchè, figuriamoci se voleva ospitarmi in casa sua. Ha iniziato con la solita solfa che nello sport, come nella maggior parte delle arti in cui usi il corpo, l'età è un fattore penalizzante ecc... Come se io non avessi detto ciò proprio per ridere, dunque per giocare su un paradosso, quanto per rivendicare davvero un diritto di precedenza sul suo pargolo. Ma si sa, il ragazzo è snob, anche se non pensa di esserlo troppo.
Però il suo prendere alla lettera questa frase mi ha ricordato il senso principale del calcio, o almeno la sua economia profondamente fondata sull'ingiustizia. Non contano i sacrifici, i meriti che si acquistano con l'anzianità, la correttezza, la lungimiranza, il prendere gli appunti sul taccuino, le scaramanzie varie, la volontà d'animo, il sacrificio, il bel gioco, e tutte queste belle cose gradite a Dio che ti insegnano da piccolo. Tutte queste cose a un certo punto stanno a zero, e la verità è che la vittoria della tua squadra avversaria potrebbe arrivare sempre a sorprenderti nella notte, come uno scippo nel sonno dogmatico della terza età, come il regno dei cieli per le vergini stolte della parabola (o soprattutto per quelle sagge), perché il senso del calcio è rosicare, rosicare, rosicare, ma se invece ti va di culo, far rosicare gli altri (che  è, nonostante le apparenze, una funzione passiva del rosicare stesso). Punto. Dopodichè, il collegamento a tutti gli altri sentimenti inespressi e repressi negli altri ambiti della vita si deduce da sé,  e non c'è bisogno, come fa ad esempio un mio amico, di citare uno studio che dice che la strategia di gioco dell'Italia è il catenaccio perché storicamente è stato un paese sempre invaso da stranieri ecc... ecc... da cui questo accento sulla strategia difensiva ecc...ecc... Non c'è bisogno di altro. Ripeto, Rosicare*. That's all.**

*(Ci sono altre varianti dialettali del termine, forse di significato un po' più scurrile, come il siculo sucare e il toscano puppare, che cito ora solo per aumentare le visite su questo blog. Infatti, ho scoperto da un po' che la chiave di ricerca in assoluto più cliccata con la quale i  lettori incappano qui è il termine "troie" o "vecchie troie". Di conseguenza mi sembra doveroso fare ogni tanto dei piccoli omaggi ai miei pornomaniaci più fedeli)
**(Se sei rimasto deluso da questo senso così misero che ho proposto, posso rivelarti un altro dei segreti che il noto cineasta mi ha svelato in sogno. Ha detto che lui per alti meriti artistici è riuscito ad addentrarsi dove qualunque cronista sportivo è costretto, nonostante le brame, ad arrestarsi: è entrato nello spogliatoio e ha toccato con mano e filmato, la tecnica motivazionale con cui M. farà vincere ai suoi la finale di stasera: 



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2 comments:

Unknown said...

ma oltre al culo l'essenza del calcio sta forse nello scarto tra regola e genio, e lì sta il bello: l'imprevedibilità che fa sì che una partita che deve finire come deve finire, non finisca come doveva finire. e non per culo: ma perchè succede qualcosa di unico, quella volta lì, che magari non si ripeterà mai più.

tutto questo per dire anche che non bisogna necessariamente essere troppo esperti di calcio per azzeccare chi vincerà il mondiale. è il motivo per cui stiamo partecipando a www.ilruzzino.it (e questa è proprio una pubblicità progresso), e oggi è l'ultimo giorno per iscriversi, quindi proprio ti invito a farlo!

incostanza said...

certo, certo che sta nell'imprevedibilità, solo che ho dovuto scrivere questa cosa del rosicare perché non m'è andata giù sta storia che la roma non ha vinto lo scudetto né niente. io infatti volevo imprevedibilmente andare a magnare la porchetta alla garbatella e bere il fiaschetto, invece niente. è ovvio che se avesse vinto avrei sprecato fiumi sull'oltrepassamento delle regole. che mi riserverò di sprecare invece per l'italia, che vincerà il mondiale perché alla vigilia ha pareggiato di nuovo 1-1 con la svizzera in amichevole (w il nesso di causalità). ora do un'occhiata a questo ruzzino e poi mi iscrivo. dal nome mi sembra proprio una pisanata.