Sulle panchine, all'imbrunire. Il declino di marzo. La mamma è spaventosamente invecchiata. Forse malata. Forse preoccupata. Non immagina neanche. La luce argentea spira sui tetti della periferia e spinge il loro grido verso il fondo. L'aria azzurrina si scompone al vento. I suoi schiaffi tormentano i palazzi, rimbalzano sui cipressi, ululano preghiere al Santo Paolo curvo sul campanile. Con lo scettro di marmo e le viscere rotte, piegato sotto la cascata dei raggi lunari , come sempre quando si fa buio. La mamma non immagina neanche. Dà le spalle alla finestra e guarda dentro. Le è sempre piaciuto il giallo, e l'autunno più della primavera. Ora infatti ha acceso la luce.
Così abbandonammo piazza Capecelatro più serenamente. Sotto un cielo equidistante, dato che tutti dormivano e gli autobus avevano smesso di circolare da un po'.
Sotto il cielo equidistante. Tutti dormivano.
(Nella cascata).
(Nella cascata notturna).
(Cascando).
Nella cascata mi bagno.
Nella cascata che giunge a te.
Bagno i piedi di sasso in sasso
e scendo giù da te.
Nella cascata tu mi lavi
Nella caduta tu mi lavi
Sono caduta perchè non posso
ma nella cascata giungi tu.
Mi sono fatta male ma nella cascata mi hai lavato tu.
Nella cascata i piedi che scivolano
Lisci sui sassi che giungono da te
Nella cascata sassi lisci che sasso dopo sasso
Nella cascata sasso dopo sasso
mi hai lavato tu.
Nella cascata sassi lisci sono scivolata
Nella cascata scivolo su di te
Nella cascata tu mi lavi
mi guardi mentre casco
Tu mi guardi tu mi lavi
Sulla via lastricata che giunge a te.
Caduta sotto la pioggia
Trasportata dalla corrente di un fiume di pietre lisce
sono caduta
Nella cascata mi hai lavato, nella cascata, nel tuo paese,
mi lavi, piango, mi lavi
Nella cascata che porta al tuo paese
mi hai lavato.
Nella cascata
Blu in segreto
Nella cascata in fuoco
nella cascata ero di fuoco
e il cielo crollava di pioggia
Nella cascata blu in segreto
Nell'autunno dei lampioni
Blu in segreto
mi hai guardato
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