Sunday, November 09, 2008

giulia ti ho sognato eravamo insieme in un treno, un treno che doveva condurci a civitavecchia a prendere la nave nel ventre di un sottomarino, attraverso il mare fino alle nostre più remote speranze e allucinazioni di un tempo. ci attorcigliavamo risalendo tra i flutti, una corsa all’indietro contro le pareti, fuori dal ventre-fuori dalla nave, e ti raggiungevo nello spazio di luce e di blu che tende verso l’alto-verso l’altro. e ti chiedevo di ascoltarmi come nel tempo in cui non mi ascoltavi perché non c’era bisogno ma mi tenevi per mano e basta, nel buio candido delle nostre avventure sporche di fango e di biblioteca. quando il vento ci tagliava le ginocchia in obliquo coi suoi schiaffi affilati, e una perfida lama di luna nascondeva i passi dei nostri persecutori, ci tenevamo per mano e non era strano. guardavamo in faccia il buio con l'orgoglio di essere al buio, al centro di un paesaggio molto oscuro e temuto, durante l'infanzia.
questo era un attimo.
al risveglio, in un altro sogno, eravamo ancora nel vagone di un treno, diretto a civitavecchia, e io cercavo di raccontarti il sogno di prima e tu eri distante al finestrino a guardare le colline poco illuminate, e io avevo paura di farmi capire. e capivo che tu non mi sentivi perchè ero io ad essere sorda, e che allora la colpa non era stata tanto l'aver abbandonato il passato tra i flutti ma l'aver abbandonato, io e solo io, la nostra paura, gettandola per sempre tra i rifiuti del mio continente, per il suo inquinamento rituale.
Che cosa ricordare di lei - Artisti Vari

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